Taccuino
La fotografia si fa storia, la storia diventa fotografia
Valeria Prina
Momenti importanti della storia della fotografia, ma anche del cinema, vengono celebrati attraverso francobolli emessi in alcuni Paesi in questi giorni. Altri momenti di rilevanza storica o fotografi famosi in tutto il mondo sono celebrati con mostre fotografiche in Italia.
Questa è Storia con la S maiuscola. La fotografia ne celebra avvenimenti che hanno riguardato la collettività o comunque una percentuale importante di persone o la stessa fotografia.
Anche la filatelia ha un ruolo nel celebrare il passato: lo aveva un tempo, ma lo ha ancora. Il critico d’arte Federico Zeri considerava il francobollo come «il mezzo figurativo più stringato e concentrato di propaganda, quasi un manifesto murale ridotto ai minimi termini, dal quale il substrato sociale e politico si rivela con estrema chiarezza e pregnanza». Archiviata la funzione propagandistica, oggi i francobolli diventano uno strumento di grande immediatezza per conoscere la storia e come gli avvenimenti venivano vissuti allora. Così in questi giorni due Paesi, molto lontani tra loro, hanno deciso di celebrare due avvenimenti che riguardano la fotografia attraverso l’emissione di francobolli: è il caso di Francia e Uruguay. Ma c’è anche chi ricorda un mito del cinema con James Bond. A questo si aggiungono delle mostre che ci portano in periodi storici, più lontani nel tempo o più vicini. Oppure portano alla ribalta la produzione di famosi fotografi che hanno segnato una tappa importante nella storia della fotografia italiana.
Un’altra celebrazione della fotografia denominata artistica, che può entrare nelle case o nelle halle di alberghi o uffici si ha, in questo caso con una periodicità annuale, con Mia, la manifestazione che rappresenta un momento importante per la fotografia a Milano nel periodo primaverile. Per i ben noti problemi la manifestazione è stata posticipata («A seguito alle ordinanze adottate dal Ministero della Salute e dal Presidente della Regione Lombardia contenenti le indicazioni urgenti atte a far fronte all’emergenza epidemiologica da COVID-19, MIA Photo Fair, prevista dal 19 al 22 marzo 2020» è stata posticipata. In home page presentiamo una foto di Marco Circhirillo nata dalla collaborazione con Fabio Novembre.
50 anni della compagnia Tieffe Teatro. A Milano (senza data di scadenza).
Celebriamo l’attività teatrale: è quanto è stato deciso all’interno del Teatro Menotti a Milano. Con un allestimento senza data di scadenza, foyer e scale ospitano grandi pannelli fotografici, che mostrano alcuni momenti caratterizzanti i cinquant'anni di attività della compagnia Tieffe Teatro. La mostra vuole essere un ricordo e una celebrazione di un importante anniversario. Ha anche una funzione di auspicio per un futuro felice, ora che l’intervento del trust Filippo Perego di Cremnago ha assicurato la continuazione dell’attività del Teatro di via Menotti, messa in dubbio quando si temeva che il teatro venisse chiuso per lasciar spazio a un garage, nell'ambito della ristrutturazione di tutto il complesso al numero civico 11.
Nadar sui francobolli. In Francia.
Grazie a lui conosciamo i volti di alcuni personaggi della cultura di un tempo: Nadar è stato il primo e più famoso ritrattista che ha immortalato fotograficamente Baudelaire, Nerval, Victor Hugo, George Sand, Manet, Sarah Bernhardt, Armand Barbès. Nel suo studio al 35 di boulevard des Capucines a Parigi, dove tutto era rosso, compreso il suo abito, passavano protagonisti del mondo delle arti, delle lettere, del giornalismo. Ma lui stesso si fotografava. Così ora alcuni autoritratti compongono un folio stampato dalle poste francesi. In particolare si tratta di 4 francobolli e altre 8 immagini. Possono essere composti con varie piegature per realizzare un foliscope, che creerà l’illusione di Nadar in movimento. Il folio filatelico viene emesso dalle Poste francesi il 6 aprile 2020 in occasione del 200° anniversario della nascita di Félix Tournachon detto Félix Nadar, nato appunto il 6 aprile 1820 a Parigi, dove è morto il 20 marzo 1910, ora sepolto nel famoso Cimitero di Père Lachaise.
La prima fotografia in Uruguay su un francobollo.
180 anni di fotografia in Uruguay. Per non dimenticare questo importante anniversario è stato realizzato un francobollo del valore di 25 pesos uruguaiani. Riproduce la facciata della Chiesa Matriz di Montevideo, primo soggetto di una fotografia realizzata su dagherrotipo nel Paese sudamericano. Il 29 febbraio 1840 la chiesa era stata fotografata dal municipio di Montevideo ed è proprio qui che si è realizzata una gran festa il 27 febbraio. Durante l'evento organizzato dal Centro di fotografia di Montevideo sono stati esposti dei dagherrotipi provenienti dall'archivio del Centro stesso ed è stato proiettato un mapping sulla facciata del municipio. La prima fotografia in Uruguay era stata realizzata pochi mesi dopo l'annuncio a Parigi dell'invenzione del dagherrotipo avvenuta il 19 agosto 1839.
James Bond sui francobolli. Nel Regno Unito.
Dal mondo della fotografia a quello del cinema. Ancora una serie di francobolli per festeggiare uno dei miti del cinema, come James Bond. Il personaggio creato nel 1953 dallo scrittore britannico Ian Fleming è poi diventato universalmente famoso grazie ai tanti film ispirati ai libri. Sono attesi per il 17 marzo i francobolli del Regno Unito dedicati alla famosa saga. Sono sei francobolli, incentrati su altrettanti film di 007 e altrettanti attori: “Casino royale” e Daniel Craig, “Golden eye” e Pierce Brosnan, “007 - Zona pericolo” e Timothy Dalton, “Agente 007 - Vivi e lascia morire” e Roger Moore, “Agente 007 - Al servizio segreto di sua maestà” e George Lazenby, “Agente 007 - Missione Goldfinger” e Sean Connery, il primo James Bond del 1964. A questi si aggiunge il foglietto dedicato alle auto di 007: la Lotus “Esprit S1 submarine” vista in “La spia che mi amava”, la “Little Nellie” di “Agente 007 - Si vive solo due volte”, il “Bell-textron jet pack” di “Agente 007 - Thunderball (Operazione tuono)” e la Aston Martin “DB5” usata in “Skyfall” (2012). Ponendo il foglietto sotto i raggi ultravioletti si vedono delle spiegazioni e il codice 007 nella dentellatura. A chi si chiede che cosa è il foglietto filatelico spieghiamo che è un piccolo gruppo di francobolli uguali o diversi, ancora uniti tra loro, circondati da un bordo di foglio finito e ininterrotto.
Le fotografe tra il 1950 e il 1980. A Ferrara.
La fotografia e le donne è il tema della Biennale donna intitolata “Attraversare l'immagine. Donne fotografia tra gli anni 50 e gli anni 80”. Questa 18ª edizione della manifestazione, in programma dal 5 aprile al 31 maggio al Padiglione d’Arte Contemporanea a Ferrara, si propone di fare il punto su come le fotografe donne hanno saputo registrare i cambiamenti avvenuti tra gli anni ‘50 e gli anni ‘80. «La mostra – si legge nella presentazione - si apre con le ricerche a sfondo antropologico della fine degli anni Cinquanta per arrivare agli anni Sessanta, che hanno segnato l’avvio di significative lotte in nome di un cambiamento radicale della cultura e della società, per il raggiungimento di libertà individuali e di conquiste democratiche. Raggiungimenti che gli anni Settanta avrebbero estremizzato, animando, sullo sfondo di drammatici conflitti, il rapporto tra politica e cultura. Gli anni Ottanta hanno poi costituito in qualche modo il momento del riflusso: le grandi battaglie condotte per i diritti civili, per l’emancipazione delle classi sociali, delle donne, degli emarginati, sono defluite verso modi diversi di avvertire l’esistenza, soppiantando le pratiche collettive, delle quali l’arte e la fotografia si erano rese interpreti, a favore di un sentire più individuale». 13 sono le fotografe italiane e internazionali di cui è possibile vedere i lavori. Sono Paola Agosti, Diane Arbus, Letizia Battaglia, Giovanna Borgese, Lisetta Carmi, Carla Cerati, Françoise Demulder, Mari Mahr, Lori Sammartino, Chiara Samugheo, Leena Saraste, Francesca Woodman e Petra Wunderlich.
Italo Rondinella racconta le migrazioni. A Venezia.
È invece un evento molto più vicino a noi nel tempo ed è insieme il racconto di tante vite sconosciute e drammatiche, ma piene di speranza, quello che viene ricordato con "Shipwreck Crime”, mostra personale del fotografo Italo Rondinella, ospitata all’interno degli antichi Magazzini del Sale in Dorsoduro 262 a Venezia. Esposta dal 14 marzo al 15 aprile 2020 ha il patrocinio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e di Unicef Italia. «Shipwreck Crime non è un progetto sul fenomeno migratorio, bensì sulla commozione» spiega il fotografo italiano, ma da anni residente in Turchia. Ha infatti fotografato gli oggetti personali lasciati da quelle centinaia di persone che hanno tentato di attraversare il breve tratto di mare che separa la costa turca dall’isola greca di Lesbo nella speranza di raggiungere l’Europa. «Molti di loro – è il commento - non ce l’hanno fatta». Il tratto di costa turca in cui ha lavorato Italo Rondinella è quello tra Babakale e Ayvalık, che comprende spiagge frequentate da vacanzieri alternate a tratti vuoti, dove sono stati trovati gli oggetti dei naufraghi. Per rappresentare queste due realtà parallele, ma ben diverse, l’autore ha completato la mostra con il sonoro della spiaggia frequentata dai bagnanti, appositamente registrato dal vivo.
Mario Giacomelli e il Novecento. A Senigallia.
Celebra Mario Giacomelli, in occasione dei venti anni dalla scomparsa, la mostra in programma a Senigallia fino al 5 luglio 2020. Intitolata “Sguardi di Novecento: Giacomelli e il suo tempo”, esposta a Palazzo del Duca, ospita 20 fotografie di Giacomelli a confronto con circa 90 scatti di grandi fotografi della metà del Ventesimo secolo, come Robert Doisneau, Gianni Berengo Gardin, Brassaï, Henri Cartier-Bresson, Kikuji Kawada, Jacques Henri Lartigue, Herbert List, Nino Migliori, Paolo Monti, Leo Matiz, Ara Guler. L’intenzione, si legge nella presentazione, è quella di «contrapporre le sue opere con quelle dei fotografi a lui contemporanei e far emergere la profonda originalità della ricerca del Maestro senigalliese».
Gabriele Basilico e le città. A Roma.
Gabriele Basilico e il suo sguardo sulla città attraverso l’obiettivo fotografico sono protagonisti della mostra “Gabriele Basilico Metropoli” a cura di Giovanna Calvenzi e Filippo Maggia. Esposta fino al 13 aprile 2020 a Roma al Palazzo delle Esposizioni «è incentrata – come si legge nella presentazione - sul tema della città con oltre 250 opere in diversi formati datate dagli anni Settanta ai Duemila, alcune delle quali esposte per la prima volta». Gabriele Basilico ha sempre dedicato molta attenzione alle periferie delle città, allo sviluppo e le stratificazioni storiche di queste. «La mostra – è l’anticipazione - analizza questi temi mettendo a confronto le opere realizzate nelle numerose città ritratte, tra le quali Beirut, Milano, Roma, Palermo, Napoli, Barcellona, Madrid, Lisbona, Parigi, Berlino, Buenos Aires, Gerusalemme, Londra, Boston, Tel Aviv, Istanbul, Rio de Janeiro, San Francisco, New York, Shanghai, accostate secondo analogie e differenze, assonanze e dissonanze, punti di vista diversi nel modo di interpretare e di mettere in relazione lo spazio costruito».
(foto dei francobolli Nadar, Uruguay, James Bond per gentile concessione di vaccarinews diretto da Fabio Bonacina)
Data di pubblicazione: marzo-aprile 2020
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