Libri

Libri per l'inverno 2024

Redazione

Quattro proposte ci accompagnano in questo numero invernale. Tutte dell'editore Contrasto dove saranno contenti della nostra selezione. Speriamo lo siate anche voi che, spesso, ci avete rimprovereato di proporre solo volumi dal costo elevato: la carta e la stampa costano sempre di più e realizzare opere fotografiche di pregio, purtroppo, è diventato un compito davvero arduo.

PHILIPPE HALSMAN
LAMPO DI GENIO

24,0 X 30,0 CM
160 PAGINE
120 FOTOGRAFIE
CARTONATO
CONTRASTO
€ 37,00

Ha firmato 101 copertine di Life, più di qualunque altro fotografo; ha creato ritratti straordinari per la forza e lo scavo psicologico; è riuscito a far saltare di fronte al suo obiettivo scienziati, capi di stato e divi dello schermo; con Salvador Dalí ha inventato immagini come vere performance artistiche. È Philippe Halsman, tra i più grandi ritrattisti della storia della fotografia, in grado di lavorare sempre tra sguardo e introspezione, intuizione, lampi di genio e tecnica raffinata. Questa prima retrospettiva italiana ne celebra il lavoro con una serie di immagini straordinarie, per ironia e profonda leggerezza. Foto dopo foto, entriamo nell’universo di Halsman, in un gioco visivo tra il fotografo, la personalità da riprendere e lo spettatore per sollevare insieme la superficie della maschera pubblica e arrivare a qualcosa di più intimo, più vero: “Il risultato finale è un’altra superficie da penetrare, questa volta grazie alla sensibilità di chi guarda. Spetta infatti a lui decifrare l’inafferrabile equazione tra il foglio di carta fotografica e la profondità dell’essere umano”.
 

 

 

 

 


FERDINANDO SCIANNA
ABECEDARIO FOTOGRAFICO

166 PAGINE
16,6 X 23,0 CM
BROSSURA CON ALETTE
CONTRASTO
€ 16,00

In occasione dei suoi ottant'anni di vita, di cui sessanta trascorsi a occuparsi di fotografia, Ferdinando Scianna si regala, e regala a noi, un nuovo e prezioso volume: un personalissimo abecedario dedicato alla fotografia in cui analizza, parola per parola, tema dopo tema, le tradizioni, le novità e le particolarità del linguaggio visivo che più di tutti, nell’arco della sua vita, ha adoperato e analizzato.
Si comincia con la A di Ambiguità, emblematica apertura per descrivere quanto la fotografia possa essere ambivalente e scivolosa, in continua oscillazione tra la grande esigenza di verifica della realtà e la grande domanda di evasione, di sogno. Passando poi per Amori, Cinema, Dubbi, Emozioni, Fortuna, Identità, Miracoli, Ossessione, Piacere, Scelte, attraversando l’intero l’alfabeto si arriva alla Z di Zeusi, il “protopittore”, come lo definisce Scianna, in grado di dipingere, raccontano, un grappolo d’uva tanto realistico da ingannare persino i passerotti che volevano beccare quegli acini dipinti. Così racconta inoltre nell’introduzione: “Perché questo libretto. In effetti, non lo so: mi sembra che si sia fatto da solo. Sto per compiere, con grande stupefazione, ottanta anni. Forse per questo mi è venuta voglia di recuperare idee, frammenti sulla mia vita e il mio mestiere. Li ho ritrovati tra le cose scritte, dette in interviste e molte, troppe volte ripetute. Molti li ho scritti o riformulati adesso. Se uno cerca di vivere con passione e fa il fotografo par vari decenni, confondendo spesso la vita con il mestiere, inevitabilmente si domanda, e gli domandano, che cosa pensi del suo lavoro, della sua vicenda umana. Si accumulano così frammenti, quasi smozzicati aforismi, che a poco a poco, mi sono accorto, costruiscono come un abecedario della tua relazione con quello che fai, con te stesso e con gli altri”.
Tutta la fotografia racchiusa in un alfabeto, tutta la fotografia raccolta in un abecedario straordinariamente redatto attraverso la scrittura ironica, profonda e allo stesso tempo lieve di Ferdinando Scianna. Una maniera unica e originale per celebrare un compleanno speciale attraverso un racconto tanto pittoresco quanto familiare, dove il mondo - come riporta l’autore - scrive sé stesso con penna di luce e in cui il fotografo ne è il lettore, che si muove in questo caso tra le ombre, gli spiragli luminosi e il sole assordante delle sue origini siciliane.
 

Ferdinando Scianna nasce a Bagheria in Sicilia, nel 1943. Comincia a fotografare negli anni Sessanta. Nel 1965 esce il volume Feste religiose in Sicilia, con un saggio di Leonardo Sciascia: ha così inizio una lunga collaborazione e amicizia tra Scianna e lo scrittore siciliano. Nel 1967, si trasferisce a Milano, lavora per L’Europeo e poi, come corrispondente per la stessa testata, a Parigi, città in cui vivrà per dieci anni. Nel 1977 pubblica in Francia Les Siciliens e in Italia La villa dei mostri, sempre con un’introduzione di Sciascia. A Parigi scrive inoltre per Le Monde Diplomatique e La Quinzaine Littéraire e soprattutto conosce Henri Cartier-Bresson che lo introdurrà nel 1982, primo italiano, nella prestigiosa agenzia Magnum Photos. Dal 1987 alterna al reportage la fotografia di moda riscuotendo un successo internazionale. È autore di numerosi libri e svolge da anni un’attività critica e giornalistica. Gli ultimi volumi pubblicati con Contrasto sono Visti&Scritti (2014), Obiettivo ambiguo (2015), In gioco (2016), Istanti di luoghi (2017), Cose (2018), Autoritratto di un fotografo (2021).


ROBERT CAPA
LEGGERMENTE FUORI FUOCO

16 x 22,4 CM
320 PAGINE
107 FOTOGRAFIE
BROSSURA
CONTRASTO
€ 24,00

Traduzione di Piero Berengo Gardin

Leggermente fuori fuoco è il leggendario volume di Robert Capa che racconta le vicende del suo autore nell’Europa della Seconda guerra mondiale. L’edizione italiana di Slightly out of focus, uscito per la prima volta nel 1947, e già pubblicata nella collana Dixit da Contrasto anni fa, e ora presente nella collana In parole nell’edizione a cura di Valentina De Rossi, torna in libreria nel formato brossura.
Leggermente fuori fuoco è il diario delle memorie di guerra di Robert Capa “con foto dell’autore”, come amava che si scrivesse. Il libro mutua il titolo dalle didascalie che su Life accompagnavano le sue foto dello sbarco in Normandia, rovinate da un tecnico di laboratorio in fase di sviluppo. Preceduto da una nota del fratello Cornell Capa e dall’introduzione di Richard Whelan, biografo di Capa, il volume alterna le vicende del fotoreporter con una storia d’amore travagliata, trasformando l’autobiografia in un romanzo celeberrimo in cui il fotografo mantiene la freschezza dello sguardo, la passione, l’ironia, lo spirito d’avventura di un grande testimone del nostro tempo.

"Mio fratello Robert assunse volontariamente l’incarico di raccontare la guerra. La sua capacità di sentirsi vicino a quanti soffrivano in guerra e le sue fotografie, hanno trasformato in istanti di eternità non solo gli eventi cruciali ma anche le prove cui erano sottoposti i singoli. Durante il suo breve passaggio sulla terra visse e amò molto. Quel che ci ha lasciato è la storia del suo viaggio irripetibile e una testimonianza visiva che proclama la fede nella capacità degli uomini di sopportare tante avversità e, a volte, di farcela."
Cornell Capa

Robert Capa è il più famoso fotografo di tutti i tempi. Nato in Ungheria nel 1913 con il nome di Endre Friedmann, costretto a emigrare a Berlino, si trasferisce a Parigi dove assume lo pseudonimo di Robert Capa, un fotografo americano da lui inventato per conquistare credibilità presso i giornali. Durante la sua vita, Capa ha fotografato molte guerre e le sue immagini, coraggiose al limite del temerario, lo hanno reso immediatamente famoso. Amante della vita, ha conosciuto e frequentato scrittori come Hemingway e Steinbeck, attori come Gene Kelly e Ingrid Bergman, registi come John Huston, artisti come Pablo Picasso e molti altri. Nel 1947, insieme a Henri Cartier-Bresson, George Rodger, David “Chim” Seymour e William Vandivert fonda la Magnum Photos, tuttora la più importante agenzia di fotogiornalismo del mondo. Muore in Indocina nel 1954, dopo aver messo accidentalmente il piede su una mina. Aveva due motti, che ripeteva continuamente ai suoi colleghi fotografi: “Ama la gente e faglielo capire” e “Se le vostre foto non sono sufficientemente buone, vuol dire che non siete andati abbastanza vicini”.

GIOVANNA CALVENZI
LE CINQUE VITE DI
LISETTA CARMI
16,6 x 23 CM
183 PAGINE
66 FOTOGRAFIE
BROSSURA
CONTRASTO
€ 22,00

Le cinque vite di Lisetta Carmi è la nuova edizione in una veste ampliata e aggiornata dell’appassionante biografia scritta dalla giornalista e studiosa di fotografia Giovanna Calvenzi, pubblicata per la prima volta nel 2013. Calvenzi compone un racconto a più voci in cui alle parole della stessa Lisetta si alternano le testimonianze di chi l’ha conosciuta. Al fine di dare conto alla complessità della sua figura, il progetto coinvolge coloro che hanno avuto la fortuna di accompagnarla nei momenti nodali e speciali della sua vita: la madre Maria Pugliese, Barbara Alberti, Luciano D’Alessandro, Paolo Ferrari, Clara Mantica e Daniele Segre. Un racconto imperdibile ed emozionante, accompagnato da uno splendido apparato fotografico di 66 immagini in bianco e nero e a colori.
 
Lisetta Carmi (1924-2022), nata a Genova nel 1924 da una famiglia di origine ebraica della media borghesia genovese, durante la guerra è costretta a interrompere gli studi per via delle leggi razziali e a fuggire in Svizzera. Nel 1945 torna a Genova, si diploma al Conservatorio e inizia la carriera di concertista. Nel 1960, durante un viaggio in Puglia con Leo Levi, decide di abbandonare la musica e di diventare fotografa. Negli anni successivi si dedica alla fotografia e inizia a documentare gli spettacoli che vengono messi in scena al Teatro Duse di Genova. Nel 1964 realizza un apprezzato lavoro fotografico sui lavoratori del porto di Genova. Inizia a collaborare con riviste come Il Mondo, Vie Nuove e L’Espresso; nel 1966 inizia a fotografare i travestiti e pubblica ampiamente la serie. Negli anni successivi intraprende diversi progetti di fotografia documentaria sociale e tra il 1969 e il 1970 compie numerosi viaggi in America Latina e in Asia. Nel 1976 a Jaipur, in India, incontra il suo futuro maestro spirituale Babaji Herakhan Baba. Pochi anni dopo abbandona la fotografia e su sua sollecitazione fonda un Ashram a Cisternino, in Puglia, dove si spegne il 5 luglio 2022 all’età di 98 anni.
 
Giovanna Calvenzi (Milano, 1946), dal 1985 al 2019 è stata photoeditor nella redazione di diversi periodici italiani. Nel 1998 è stata direttrice artistica dei Rencontres Internationales de la Photographie di Arles, nel 2002 “guest curator” di Photo España a Madrid e nel 2014, con Laura Serani, delegato artistico del Mois de la Photo a Parigi. Ha insegnato storia della fotografia e photo editing a Milano e a Bologna e svolge un’intensa attività di studio sulla fotografia contemporanea. Dal 2013 si occupa dell’Archivio Gabriele Basilico. Curatrice di numerose mostre e cataloghi di fotografia, ha pubblicato, tra gli altri, Italia. Ritratto di un Paese in sessant’anni di fotografia (Contrasto, 2003), Letizia Battaglia. Sulle ferite dei suoi sogni (Bruno Mondadori, 2010), Antonia Pozzi. Sopra il nudo cuore, con Ludovica Pellegatta (Silvana editoriale, 2015) e Interviste (Postcart, 2019).
 

 

Data di pubblicazione: gennaio-marzo 2024
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