Editoriale

Aprile - Giugno 2024, Anno XVIII, N. 121

Ezio Rotamartir

Quello che mi è sempre piaciuto, da diciotto anni a questa parte, di Osservatorio Digitale – e del quale vado molto fiero – è l'assoluta libertà di pensiero e la possibilità di spaziare nel mondo della fotografia in ogni direzione, in un contesto che copre quest'arte davvero a 360 gradi. Lo dimostra l'articolo di Meregalli che ci porta a scoprire un mondo nel quale la fotografia sembra azzeccarci poco, davvero molto poco e, invece, troviamo un'umanità direi inedita, un senso di "comunanza" che ci trasporta verso quella realtà.

Sistema radar sovietico Duga, nei pressi di Chernobyl – OD n.o 121

Parlare di certi argomenti, come il carcere, il peccato e la redenzione, il male e il bene, la pena e la rieducazione morale e civile non sono argomenti che trovano spazio di frequente su una testata di fotografia.
Noi invece lo facciamo e con grande vanto. L'assist ci è venuto da quel grande personaggio che è Walter Meregalli che definire solo fotografo sarebbe altamente riduttivo. Walter ci ha insegnato a viaggiare con lui nei luoghi remoti del pianeta: si è così immedesimato con le popolazioni indiane che ha voluto a tutti i costi imparare la lingua Hindi, non esattamente una cosa semplice, per poter dialogare con la gente ogni volta si rtrovasse a passare di lì...

Mi chiama e mi parla di un'attività che ha intrapreso di recente: testimoniare la vita di una serie di detenuti che trascorrono la loro giornata lavorando – in una sorta di call center – all'interno della Casa circondariale di Bollate, alle porte di Milano. Rccontandomi quello che stava facendo, con il solito entusiasmo che lo accompagna, mi viene subito in mente di proporgli un articolo per od. Non ci pensa due volte e acconsente.
Il risultato è La dignità Dentro, che trovate in questo numero e che segnerà ancora una pietra miliare di questo giornale. Non solo per le splendide foto (credetemi non è facile avere quel tipo di materiale quando si ha a che fare con un carcere, i suoi reclusi e il Ministero di Giustizia: tutto il materiale è secretato e sottoposto a enormi regole di riservatezza) ma per il racconto viscerale ed emozionale che Walter ne fa.
Davvero bravo e un grazie da parte di tutti noi.

Mi ero riproposto di parlare di tutt'altro in questo editoriale perché, guardando "fuori dalla finestra" mi accorgo quanto ogni giorno bisognerebbe prendere e uscire a combattere con un mondo che ci appartiene sempre meno: siamo circondati e oppressi dalle idee di coiarlatani che governano e dirigono questo Paese e il mond intero relegandoci sempre al ruolo di semplici spettatori inermi, costretti a subire le conseguenza di scelte – spesso scellerate – senza poter fare nulla.

Ma davvero non possiamo fare nulla? Soprattutto noi armati di macchina fotografica o, nella maggior parte dei casi ormai, di smartphone? Forse basterebbe testimoniare con le immagini tutto lo scempio che si compie ogni giorno per le strade, nei cantieri o negli uffici delle nostre città. Riempire i social di realtà anziché di meschinerie delle quali non importa più nulla a nessuno un minuto dopo che sono state pubblicate.

Abbiamo un apparato statale ignorante che alza la voce per far valere le proprie azioni (e no, non mi rivolgo solo al governo attuale: sono circa trent'anni che lo Stato è fallimentare in ogni sua azione e forse sono stato pacato nel conto degli anni) ma che ci fa ritrovare sempre allo stesso punto di partenza: un po' come un enorme gioco dell'oca, per chi se lo ricorda.
Alzano tutti la voce contro il nuovo impero cinese poi, a uno a uno, i grandi capi del mondo vanno in gran segreto col cappello in mano a chiedere collaborazione e supporto per tutte le loro aziende che cercano fortuna (e spesso solo lì la trovano) proprio nella terra che fu dei Mandarini. Siamo bombardati da pubblicità di auto elettriche quando, chi ha voglia di informarsi e rendersi davvero conto della situazione reale, sa benissimo che sono un fuoco di paglia, una NON realtà, destinata a spegnersi nel tempo a venire. Quanti di noi hanno una fonte di ricarica sotto casa e quanti hanno pensato a quali forme di genereazione energetica servirebbero per alimentare tutte le auto elettriche del futuro?
Si aprono scenari tra i più impensati e improbabili ma, ora, il diktat è farci credere che la nostra sopravvivenza dipende dalle emissioni (già estremamente basse e contenute) delle auto a combustione senza tenere conto che il 90% dell'inquinamento atmosferico arriva da altre fonti.

Certi atteggiamenti mi ricordano altrettante convinzioni del passato, quando ci si proponeva di creare qualcosa che potesse distruggere o disturbare la vita dei nemici... Come nel caso dell'enorme sistema radar e di diffusione di onde radio chiamato Duga (foto di apertura) che, montato nelle vicinanze di Chernobyl, era attivo 24 ore al giorno emettendo onde radio che avrebbero dovuto far impazzire gli americani. Un'installazione costosissima che tolse benessere al popolo russo senza mai diventare una realtà. Ma così sono i politici, di qualunque parte del mondo.

Ma non divaghiamo oltre se no ci viene il mal di testa.
Guardiamo fuori e copriamoci bene perché fa ancora freddo, altro che primavera, per andare a fare qualche foto come si deve.
E teniamo sempre gli occhi ben aperti su quello che vediamo (o inquadriamo).

Buona lettura e che giunga presto il bel tempo.

Ezio Rotamartir

 

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