cmos da 21mpNel numero di aprile avevamo provato la "sportiva" Canon 1D Mark III, capace di scattare sequenze di dieci fotogrammi al secondo, e ora siamo alle prese con il modello top di gamma, la 1Ds anch'essa giunta alla terza versione. Messe fisicamente una accanto all'altra si nota che la 1Ds è leggermente più grande, sensazione che non si percepisce vedendole separatamente. Piccoli accorgimenti e grandi rivoluzioni all'interno del nuovo modello hanno portato Canon a progettare e ridisegnare un corpo macchina che partiva già da una base recentissima. L'alloggiamento del nuovo sensore, full frame da 21,1 megapixel, oltre alla logica di controllo rinnovata in quasi tutte le sue parti rispetto alla versione precedente, ha fatto aumentare - anche se di poco - il volume del corpo macchina. Sembra quasi esserci una proporzione matematica tra la 1D e la 1 Ds di terza generazione, per la precisione un rapporto inversamente proporzionale: la prima scatta fino a dieci fotogrammi al secondo a 10 megapixel, mentre la seconda può scattare a cinque fotogrammi al secondo (la metà esatta) ma a 21,1 megapixel di risoluzione (praticamente più del doppio).

EOS 1Ds Mark III frontNonostante sia la settima fotocamera a fregiarsi del titolo di 1D, la Mark III è solo la terza a possedere il sensore a pieno formato. Rilasciata cinque anni dopo la presentazione del modello di seconda generazione (che per ora, in attesa della Sony Alpha 900, rimane con i suoi 16,6 MP la seconda reflex con maggior risoluzione sul mercato) è la prima fotocamera reflex digitale a 35mm a rendere ancora più labile il confine con le fotocamere a medio formato, proprio per la sua capacità di ripresa con una risoluzione che supera di poco i 21 megapixel e una conversione A/D a 14 bit. Anche se il passaggio da 16 a 21 megapixel può sembrare a molti una cosa di poco conto, in realtà trasforma questa fotocamera nella macchina più evoluta e precisa di questo formato oggi disponibile al mondo: un altro primato della ricerca Canon.

Il numero di pixel del sensore (ora di 6,4µ ciascuno) può scattare immagini fino a 5.630 X 3.750 punti con una sensibilità ISO da 50 a 3200 in modalità H con un incremento di circa il 25% rispetto alla Mark II e del 50% rispetto alla 1Ds originale. Grazie all'impiego del doppio processore D!GIC III è possibile scattare in modo rapido fino a cinque fotogrammi al secondo, il che significa una capacità del sistema di gestire un flusso di dati che si avvicina ai 200 Mb al secondo, scattando in RAW alla risoluzione massima.

La funzione Live View, lo schermo LCD da 3" con sette livelli di luminosità, la possibilità di utilizzare contemporaneamente due sistemi di memorizzazione (Compact Flash e SDHC), il sistema di pulizia del sensore e il nuovo convertitore a 14 bit sono derivati direttamente dalla recente 1D, sulla quale sono stati montati la prima volta. Anche il peso complessivo, con la batteria di nuova generazione inserita, scende di 100 grammi fino a 1.385g.

La grande capacità di ripresa della 1Ds Mark III si apprezza, è ovvio, soprattutto nella qualità dell’immagine finale ma anche nell’assenza di rumore di fondo scattando a sensibilità elevate. Confrontata con una EOS 5D, anch’essa full frame ma dotata di un sensore con pixel di maggior dimensione (8,2µ), la 1Ds si dimostra lievemente inferiore intorno ai 1600 ISO e alla massima sensibilità, 3200 ISO. Alla stessa sensibilità, tuttavia, tra le due fotocamere c’è una sottile differenza nella luminosità prodotta da una diversa taratura del software interno, che Canon utilizza su tutti i nuovi modelli per allinearsi maggiormente ai correnti standard; allo stesso modo anche il fenomeno della vignettature dovrebbe risultare ridotto. Dico dovrebbe perché le foto scattate con la 5D danno esattamente lo stesso effetto di quelle prese con la nuovissima 1Ds, ma potrebbe anche essere un problema causato dall’utilizzo di lenti non di tipo L. Scattando in RAW, i file prodotti sono piuttosto grandi ma non enormi: circa 26,5 Mb a foto (il doppio rispetto a quelli della 5D), che vuol dire riempire una scheda da 8Gb con “solo” 308 scatti. Ancora, scattando a raffiche di 5 foto al secondo, in teoria, potreste esaurire la scheda in soli 61 secondi - ma solo in teoria.

nuova batteriaIl rumore di scatto è compatto e deciso, rispetto a quella della 5D che è più evanescente, mentre è molto apprezzabile la possibilità di attivare la modalità S (già vista anche sulla nuova 1D) che permette di fotografare anche in luoghi o contesti particolarmente silenziosi e laddove il fotografo non è percepito come una delle figure più amate.

La 1Ds Mark III incorpora lo stesso sistema di pulizia del sensore già presentato sulla recente 1D, ovviamente di dimensioni maggiorate. Dalla fabbrica arriva con la funzione attivata automaticamente sia all’accensione che allo spegnimento della macchina, funzione che può facilmente essere disattivata visto che, se non si lavora in ambienti particolarmente polverosi o all’aperto, il ciclo di pulizia può essere effettuato anche solo una volta al giorno o, addirittura, alla settimana, risparmiando così tempo e batteria. Il tempo di accensione della 1Ds è praticamente istantaneo mentre la batteria merita una considerazione a parte. Per la top di gamma è stata pensata e progettata una nuova tipologia di batterie ricaricabili agli ioni di Litio (LP-E4), di peso ridotto e dalla autonomia... infinita. Dopo la prima ricarica durata circa un paio d’ore, per tutto il tempo della prova non c’è stato bisogno di alcuna interruzione (abbiamo scattato oltre 1.300 foto) lasciando ancora circa un terzo di potenza disponibile. Inoltre, l’opzione di menu relativa allo stato della batteria offre informazioni dettagliate sulla capacità restante in termini di valori percentuali e di scatti disponibili.
struttura sensore

Il mirino, già punto di forza delle altre fotocamere Canon, è stato ulteriormente migliorato, e ora il costruttore lo accredita di una visione pari al 100% dell’immagine inquadrata dall’ottica: a nostro avviso sembra che manchi ancora qualche pixel sui bordi, ma questo non ne modifica la percezione di ottima qualità visiva.

Il sistema di autofocus, che tanto ci aveva fatto tribolare con la nascente 1D Mark III (poi parzialmente corretto dai successivi rilasci di firmware), sulla 1Ds è stato migliorato e portato ad alti livelli come ci si aspetta da questo tipo di fotocamere. Come è presumibile i sistemi AF dei due modelli, anche se condividono la stessa elettronica, sono stati ottimizzati dal costruttore sulle diverse performance di scatto dei due corpi macchina.

In ogni condizione di luce, naturale o con il flash, i risultati sono stati sempre perfetti. Il flash (nelle prove abbiamo utilizzato il nuovo Speedlite 580 EXII) si integra perfettamente con il corpo macchina sia a livello software (la macchina può controllare totalmente le funzioni del flash), sia fisicamente, garantendo anche l’impermeabilità del sistema anche sotto una pioggia battente. Perché tutto questo venga garantito si dovranno però utilizzare anche ottiche capaci di resistere all’acqua, cioè quasi tutte le ottiche di tipo L.

Come si vede dall’illustrazione seguente, sono 45 i punti di autofocus presenti anche se solo 19 sono selezionabili dal fotografo: questi sono tuttavia di grande precisione e sono del tipo “a croce”, sensibili cioè sia alle linee verticali sia a quelle orizzontali. Gli altri 26 vengono utilizzati dal software di sistema come punti di aiuto per la messa a fuoco generale. A corredo di tanta grazia si aggiunge anche il nuovo sensore di misurazione della luce che, ora, lavora su ben 63 zone.

mirino
Introdotta sulle reflex con la EOS 450D e, d’ora in poi presente su tutti i nuovi corpi macchina, la funzione Live View permette di comporre l’immagine attraverso lo schermo LCD: questo è possibile farlo solo in modalità manuale (per il momento) ma, in molti casi, è una funzione davvero utile e importante, soprattutto se si utilizza la macchina in studio. La possibilità di controllare il fuoco ingrandendo un particolare fino al 1000% permette di sfruttare a pieno tutti i 21 megapixel, in modo speciale nei lavori di still life.

Un’altra grande novità introdotta con la terza serie delle 1D/Ds è la possibilità di effettuare una calibrazione del sistema AF della macchina o di correggere quello dell’ottica che si sta utilizzando attraverso la funzione di Microregolazione AF presente tra le funzioni personalizzabili, al menu Custom Function III attraverso la Funzione 7.

Visto che stiamo parlando di funzioni e di software, va detto che la nuova 1Ds mutua il sistema operativo dalle sorelle 1D Mark III e 40D: tutte le funzioni sono facilmente accessibili e suddivise in 9 aree, selezionabili con il grande dial posto a fianco del display stesso. Una di queste aree, definita MyMenu, permette di organizzare in un unico luogo le funzioni che si utilizzano più di frequente. L’utilizzo delle funzioni Custom (C-Fn) non è sempre intuitivo, visto anche il loro grande numero e l’ampia gamma di opzioni selezionabili: questa parte merita senz’altro un po’ di studio, meglio se con il manuale a portata di mano.

EOS 1DS Mark III, dorsoConclusioni:

La EOS 1Ds Mark III non scatta veloce come la Nikon D3 e non ha nemmeno la sua estensione della sensibilità ISO, ma il risultato è eccellente a livello qualitativo. Se un “canonista” desidera o necessita soprattutto della velocità, si dovrebbe indirizzare verso la nuova 1D MarkIII. L’autofocus in genere è decisamente migliorato e ora è molto valido, anche se talvolta ha ancora qualche rara incertezza. Il corpo macchina è in stile Canon, pulito e ben disegnato: anche se il layout della parte posteriore è stato ridisegnato per far posto al grande display, ci si ritrova in breve tempo se già si lavorava con modelli precedenti. Il software di sistema, installato per la prima volta sulla 40D, è potente, intuitivo e altamente personalizzabile. I 230.000 pixel del display da 3 pollici sembrano infinitamente pochi rispetto agli oltre 900.000 utilizzati sui nuovi corpi macchina Nikon full frame: l’immagine viene comunque visualizzata molto bene, ma certamente su una fotocamera di questo livello si poteva fare di più.

Il peso e le dimensioni del corpo macchina limitano l’utilizzo della 1Ds Mark III a un certo tipo di persone: quelle che hanno le mani piuttosto grandi oltre a un portafogli piuttosto ampio (su Internet si trova tra i 6.500 e gli 8.000 euro, solo corpo).

Una chicca finale. Nel caso vogliate ricordare qualcosa di specifico per uno scatto, la 1Ds Mark III vi permette di registrare una nota vocale di circa 30 secondi attraverso il microfono incorporato: un file .wav verrà allegato all’immagine come memo da utilizzare al momento dell’editing.

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